venerdì 31 gennaio 2020

I giorni caldi della merla


I cosiddetti giorni della merla sono, secondo la tradizione, gli ultimi tre giorni di gennaio (29, 30 e 31). Sempre secondo la tradizione sarebbero i tre giorni più freddi dell'anno.
Ma dato che "non ci sonopiù le stagioni di una volta" vale anche " non ci sono più i giorni della merla di una volta".
Abbiamo avuto temperature decisamente primaverili....chissà cosa dovremo aspettarci!
Stando al sito meteo.it  le previsioni non lasciano dubbi: secondo l’European Centre for Medium-Range Weather Forecasts, nei prossimi giorni l’alta pressione ora presente sull’Italia cambierà aspetto e acquisterà connotati sub-tropicali. Nel corso del weekend l’anticiclone nordafricano si avvicinerà all’Italia, e le temperature cominceranno una escalation a dir poco sbalorditiva, basti pensare che tra domenica 2 e lunedì 3 febbraio Milano toccherà i 15-16 C°, Roma 18 C°, mentre al Sud si supereranno i 20 gradi. Un clima decisamente anomalo, ma che ben presto muterà radicalmente. 
Il Centro Europeo prevede, infatti, il freddo in arrivo a partire dal 5 febbraio, un totale cambio di circolazione atmosferica. 
Io penso che a parte noi umani, anche gli animali, soprattutto quelli migratori, possano risentire negativamente tutto questo sconvolgimento climatico e la situazione non è certo bella. Cerchiamo anche noi nel nostro piccolo di provvedere quando farà di nuovo freddo,  a mangiatoie, se posibile al riparo dalla pioggia o gelo, per i poveri merli e per tutti gli altri uccellini!  (Qui un precedente post che vi darà inforazioni al riguardo).

lunedì 27 gennaio 2020

L'Australia brucia: cause, dati e fake news


Questo blog non ha ancora 'detto' nulla sulla situazione incendi in Australia dove moltissimi animali hanno perso la vita, una situazione davvero terribile. 
Ho voluto approfondire l'argomento, vi posto uno stralcio e il link dell'articolo molto interessante, perchè spiega meglio senza generalizzazioni o dare false notizie.

"L’Australia brucia da settembre e la conta dei danni sale vertiginosamente di ora in ora. Secondo le ultime stime dell’8 gennaio, siamo a 10,7 milioni di ettari percorsi dal fuoco: un’area pari a Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria, Lombardia, Trentino, Veneto, Friuli Venezia Giulia e mezza Emilia Romagna messi insieme. Anche le aree protette non sono state risparmiate dalle fiamme, come il Wollemi National Park (sito UNESCO) e Kangaroo Island, solo per citarne due. 
In questi mesi sono andati distrutti oltre 6.000 edifici, di cui 2.000 abitazioni; gli sfollati sono oltre 100.000 e 28 persone sono morte. L’aria densa di fumo, dalle tinte gialle e rosse, è irrespirabile. Mentre le stime sulla fauna colpita – ancora preliminari – fanno rabbrividire. 
Il bilancio, solo parziale, è già terribile così. Proviamo a capirne di più e diradare il fumo su dati, immagini, cause e notizie che si rincorrono in questi giorni. 
La situazione attuale 
Per avere un metro di paragone, gli incendi del 2019 hanno spazzato via 900.000 ettari di Amazzonia e 4,5 milioni di ettari in Siberia. È chiaro quindi che in Australia stiamo parlando di incendi che hanno già devastato una superficie pari al doppio dei roghi che hanno sconvolto l’opinione pubblica nel 2019. E purtroppo siamo solo all’inizio dell’estate australiana, che terminerà a fine febbraio. 
Per quanto 10,7 milioni di ettari siano molti, attenzione però a dire che “l’Australia è in fiamme”. Fortunatamente non è così: fino ad ora il fuoco ha percorso “solo” l’1,4% di tutto il territorio australiano pari a 769 milioni di ettari. A contribuire a questa falsa percezione è stata un’immagine pubblicata su Instagram da un grafico di Brisbane, Anthony Hearsey. A una prima sommaria occhiata, l’immagine poteva risultare uno scatto immortalato dallo spazio, con l’Australia ripresa dall’alto e costellata di fuochi. In realtà Hearsey ha utilizzato i dati satellitari raccolti dal sistema FIRMS della NASA per creare un rendering 3D, insomma un’infografica, che mostra la somma di tutti gli incendi sviluppatisi nell’ultimo mese. Ma c’è di più, non solo è una somma di tutti gli incendi dell’ultimo mese e la maggior parte di questi è già spento, ma le dimensioni di ogni singolo fuoco sono state ingrandite – come ha dichiarato l’autore stesso – per aumentare l’effetto di bagliore. 
È quindi una rappresentazione artistica dei dati. Non la realtà, né attuale né passata."

Il resto dell'articolo QUI leggetelo perchè merita.
 

giovedì 16 gennaio 2020

17 gennaio Sant'Antonio Abate protettore animali domestici

Domani sarà il 17 gennaio e si festeggia Sant'Antonio Abate, Santo particolarmente caro a chi ha gli animali domestici.

In Italia esiste una vera e propria venerazione per Sant’Antonio Abate (da non confondere con Antonio patrono di Padova): basta passare in rassegna le decine di eventi organizzati in suo onore il 17 gennaio, data della sua morte, dalla Lombardia fino alla Sicilia. 
Eppure leggendo qualche cenno della sua biografia si scopre che il santo non ha alcun legame con il nostro Paese: Antonio fu un eremita egiziano, vissuto nel IV secolo dopo Cristo, cui si deve l’inizio del cosiddetto “monachesimo cristiano”, ovvero della scelta di passare la vita in solitudine per ricercare una comunione più intensa con Dio. Evidentemente bastò questo “primato” per diffondere il culto in tutta Europa, cui si aggiunsero, nel tempo, molti tratti popolari. Fin da epoca medievale, Sant’Antonio viene infatti invocato in Occidente come patrono dei macellai, dei contadini e degli allevatori e come protettore degli animali domestici; questo, forse, perché dal maiale gli antoniani (i seguaci di Antonio) ricavavano il grasso per preparare emollienti da spalmare sulle piaghe. Antonio, dice la tradizione, era anche un taumaturgo capace di guarire le malattie più tremende. E poi, c’è la credenza popolare che vuole che il Santo aiuti a trovare le cose perdute. Al nord si dice "Sant'Antoni dala barba bianca fam trua quel ca ma manca” e al sud - dove viene spesso chiamato Sant’Antuono, per distinguerlo da Antonio da Padova - "Sant'Antonio di velluto, fammi ritrovare quello che ho perduto”.

fonte e altre notizie sulle feste : QUI 

Da voi si festeggia questo Santo? Dalle mie parti si usa fare benedire gli animali, ma cadendo di venerdì forse alcune parrocchie lo faranno domenica. Poi si usa fare i tortelli dolci o le ciambelline.

lunedì 6 gennaio 2020

La leggenda della Befana e del suo gatto nero



Non tutti sanno, ma, secondo una leggenda di un autore sconosciuto, la Befana era accompagnata da un gatto nero e lei era l’unica ad averlo poiché si narra che un tempo i felini fossero tutti tigrati. 
La storia del gatto della Befana allontana le stupide credenze che vedono il gatto nero portatore di malaugurio. Al contrario, si dice che porti fortuna. Vediamo perchè.
La storia del gatto della Befana
In un tempo dove tutti i gatti erano tigrati, solo uno era neromantato: quello della Befana. Il micio accompagnava la vecchina durante i suoi viaggi attorno al mondo, il 6 gennaio, ma sempre a cavallo della scopa, in alto nel cielo.
Curioso come tutti i felini, il gatto si domandava spesso come fosse la vita degli umani sulla terra ferma. Ma quando le festività finivano, il micio andava come in letargo dormendo con la Befana tutto l’anno in attesa del 6 gennaio seguente. Una notte, il felino si sporge per osservare meglio il paesaggio sottostante ma accidentalmente fa cadere un regalo.
L’anziana invece di arrabbiarsi decide di mandarlo nella casa dove è caduto il regalo, sapendo che con quella famiglia il gatto sarebbe stato più felice. Sceso dal camino della casa, il gatto induce lo stupore della famiglia ma soprattutto del bambino, il quale, salta dalla gioia per aver ricevuto questo dono inaspettato. I genitori del bambino, vedendo la felicità del figlio, non hanno il coraggio di separarli e da allora si iniziarono a vedere in giro anche gatti neri.
I gatti dal mantello nero sono un regalo della magica notte dove i sogni diventano realtà e per questo, nonostante sciocche superstizioni, portano fortuna!
Il dono più bello che la Befana possa farvi è un gatto nero, perciò, se oggi, giorno dell’Epifania, trovate un gatto nero randagio, portatelo a casa e adottatelo, se potete.

fonte: https://wamiz.it/news/18537/la-leggenda-della-befana-e-del-suo-gatto-nero