giovedì 31 ottobre 2019

Halloween pets


A quanto parte Halloween ha contagiato anche i nostri pets! :-)

venerdì 18 ottobre 2019

Appello della Difesa per i cani con le stellette a fine servizio

 Hanno salvato vite umane, fiutato droga, individuato esplosivi, ordigni o magari mine in territori di guerra, poi, dopo anni di onorato in servizio, arriva il momento di dire addio alla vita operativa da “cane con le stellette”. 
Questi autentici eroi a quattro zampe, alla fine del servizio, vengono spesso adottati dal personale militare e dagli stessi conduttori, con i quali sul campo si è creato un rapporto speciale, ma che sono a quel punto costretti a sobbarcarsi di tutte le spese veterinarie e di assistenza. La proposta di «garantire ai cani ceduti al personale militare l’assistenza veterinaria a carico del servizio veterinario militare» e di istituire «un’assicurazione sulla vita dell’animale» era stata lanciata nei mesi scorsi dal Consiglio intermedio di rappresentanza del Comando logistico dell’Esercito, nella speranza che la modifica di legge, necessaria, venisse accolta nel provvedimento correttivo al riordino dei ruoli. Ma al momento non ve ne è traccia e la questione resta irrisolta. 
«E assurdo considerare come, a distanza di un anno, la ‘situazione dei cani con le stellette’ non sia stata risolta e giaccia in una stagnante palude tra l’indifferenza della classe politica che non ha mosso un dito per difendere e garantire la dignità dei nostri amici a quattro zampe», afferma all'Adnkronos Francesco Gentile, delegato Cocer. 
«Dopo la conclusione della loro vita operativa, circa otto anni, nel corso dei quali vengono considerati a tutti gli effetti dei militari con tanto di foglio matricolare, medaglie e cerimonie, si spengono i riflettori e, di fatto, sono abbandonati al loro destino – sottolinea - Dei cani ‘alienati’ si occupano soltanto i loro conduttori, prendendoli in affido, con tutti gli oneri del caso ed, esclusivamente, a loro spese, togliendo dal bilancio familiare una fetta consistente di denaro che va a coprire cure mediche, assistenza veterinaria e quant’altro. La soluzione alternativa è l’adozione o, nella peggiore delle ipotesi, la soppressione». 
 «Quello che fa più male è ritenere che questi nostri fedeli alleati in missione di pace all’estero e impiegati in attività pericolose, vengano considerati “merce”, qualcosa di cui disfarsi quando non servono più», sottolinea il delegato Cocer aggiungendo che «i cani militari, alla stregua dei cani poliziotti, vengono esposti nelle prime pagine dei social network addirittura da sottosegretari di Stato che, certamente non sono a conoscenza del loro iter. Sfruttati e poi abbandonati senza tutela veterinaria adeguata. Se sapessero come si svolge la loro esistenza ‘dopo’: cosa farebbero? Ecco, è proprio a loro che lancio un accordato appello». 
Per questi amici speciali amici a quattro zampe, dal passato particolarmente coraggioso, «pari dignità e pari diritti, in “operatività” e dopo, quando la vita è meno esposta, meno abbacinata dalle luci dei flash – chiede Gentile - Perché, anche quella porzione di vita è degna di essere vissuta».

fonte:https://www.lastampa.it/la-zampa/cani/2019/10/14/news/l-appello-della-difesa-date-assistenza-veterinaria-per-i-cani-con-stellette-a-fine-servizio-1.37743052

giovedì 10 ottobre 2019

Perchè adottare un cane


Nella foto sto indicando a Lolo quanti cani sono in attesa di essere adottati, lui è stato fortunato e dal 1 marzo vive con noi....dai anche tu questa fortuna a uno dei tanti cani che sognano una famiglia e vi daranno tantissimo amore!

Ma se vi state chiedendo "perchè adottare un cane e non comperarlo?" Allora questo articolo fa per voi:

 Adottare un cane rappresenta la soluzione migliore: per togliere il cane dal triste ambiente dei canili e anche per non alimentare il commercio degli allevamenti, spesso gestito con scarsa etica. Perché adottare un cane fa bene a tutti.
Allargare la famiglia aprendo le porte di casa ad un amico a quattro zampe è sicuramente una scelta molto impegnativa, specie se l’amico in questione è un cane. Già, perché a differenza dei gatti – sicuramente più autonomi e indipendenti – i cani necessitano di molte cure e attenzioni durante l’intero arco della loro vita. Ma è anche una grande gioia.

Prima di adottare un cane: le domande da farsi 
Innanzitutto, bisogna considerare ogni aspetto e implicazione che questa decisione comporta. 
Da un lato, rappresenta un amico fedele e gioioso, una presenza positiva sia per adulti che per bambini che col passare del tempo ripagherà le vostre cure con tanto affetto e riconoscenza. Dall’altro, è una scelta di responsabilità che comporta impegno e sacrifici. Soprattutto, richiede molto tempo da dedicare alle sue numerose esigenze. 
Prima di fare questo passo, dunque, è necessario porsi delle domande per far sì che la decisione non si trasformi in un’esperienza spiacevole e dolorosa sia per il cane che voi stessi. È importante considerare il punto di vista di tutti i componenti della famiglia per capire se l’accordo è unanime e condiviso. Altrettanto importante è scegliere con raziocinio il tipo di cane da adottare. 
Bisogna essere sicuri di potere assicurargli almeno tre uscite giornaliere per i suoi bisogni e per l’esercizio fisico. Va anche valutato se si è in grado di sostenere questa scelta anche da un punto di vista economico (cibo, cure mediche, vaccinazioni periodiche, ecc).
Se dopo aver considerato la cosa sotto ogni punto di vista siete determinati nel portare a termine il vostro proposito di adottare un cane, quello che dovete fare è valutare attentamente il tipo di cane da adottare in relazione alle vostre abitudini, all’abitazione in cui si vive e, non meno importante, al proprio carattere. 
Adottare un cane: le cose da sapere  
Perché possa inserirsi armoniosamente in famiglia e trovare spazio in casa, bisogna che il cane in questione risponda ad una serie di parametri – fisici e caratteriali – strettamente aderenti al vostro stile di vita: 
  •  Grandezza dell’abitazione: è determinante nella scelta della taglia. Se disponete di ampi spazi e di un giardino potreste optare anche per cani di grossa taglia, difficili da gestire in piccoli appartamenti dove non sareste in grado, facendoli inevitabilmente soffrire. 
  •  Sesso: la scelta di adottare un maschio o una femmina è del tutto personale ma nel caso optasse per una femmina sarà opportuno valutare la possibilità di sterilizzazione. 
  •  Età: chi vuole adottare un cane molto spesso preferisce optare per un cucciolo piuttosto che per un cane adulto. Tenete presente, però, che un cucciolo richiede molte più attenzioni e cure e specie durante i primissimi anni di vita potrebbe rivelarsi molto più impegnativo di un cane adulto che in genere tende ad adattarsi meglio e più rapidamente alla nuova famiglia. 
  • Mantello: generalmente i cani a pelo lungo hanno bisogno di essere spazzolati molto più frequentemente di quelli a pelo corto. Inoltre, in caso di allergie, la loro presenza potrebbe costituire un problema…
 Fonte: https://www.tuttogreen.it/perche-adottare-un-cane-fa-bene/
vai a questo link  per approfondire sulle razze se vuoi saperne quale è adatta a te, ma ricorda che anche un comunissimo "incrocio" può dare amore e gioia! 

venerdì 4 ottobre 2019

4 ottobre San Francesco

Oggi 4 ottobre si festeggia San Francesco d'Assisi e questo blog lo ricorda come amico degli animali, con questo bel articolo.

San Francesco d’Assisi, anima aperta a tutte le creature, di esse amico, fratello e cantore, le abbracciava con un amore e una devozione quale non si è mai udita; un amore riguardoso, tenero, delicatissimo, universale, che gli faceva scorgere l’immagine di Dio in tutti gli esseri creati. Francesco fu così potente da domare gli animali feroci, addomesticare quelli selvatici, ammaestrare i mansueti, indurre all’obbedienza i bruti. 
Dopo la prima predica agli uccelli, nel paese di Bevagna, il Serafico Padre rinnovò finché fu in vita, i suoi incontri con gli animali in circostanze e modi singolari e imprevedibili. Attratti dalla sua santità, erano i primi ad attenderlo al suo passaggio e nei luoghi delle sue soste penitenziali, specialmente gli uccelli che tessevano voli attorno alla sua dimora quasi a mostrare la loro gioia per il suo arrivo. 
Il santo, da parte sua li accoglieva premurosamente chiamandoli fratelli e sorelle, s’intratteneva parlando con loro e invitandoli a lodare il loro creatore.
Ma non solo gli uccelli si beavano della compagnia del santo; un giorno, avendo egli ricevuto in dono da un pescatore un uccello acquatico, questo non voleva più andarsene, e Francesco dopo essere rimasto a lungo in preghiera, comandò dolcemente all’uccello di tornare in libertà. Il suo amore, infine, lo spinse a raccogliere dalla terra perfino i piccoli vermi, perché non fossero calpestati. 
Ogni incontro con gli animali era per Francesco un momento di gioia perché avvertiva in loro la presenza di Dio. Egli, trattando con gli animali sapeva anche far valere la necessaria fermezza, come quando stipulò un accordo tra gli abitanti di Greccio e i lupi che imperversavano su quel territorio. Allo stesso modo parlò al feroce lupo di Gubbio ammonendolo a riappacificarsi con gli abitanti del posto, e quello, muovendo il corpo, la coda e inchinando il capo mostrò di accettare il patto. 
In seguito diventò mansueto come un agnello e morì di vecchiaia due anni dopo.
Francesco si muoveva molto e quindi incontrava facilmente gli animali, alcuni si fermavano persino a vivere con lui: si narra che due pettirossi un giorno entrarono a fargli visita mentre era seduto a mensa per piluccare le briciole che cadevano dal frugale desco e la cosa si ripeté nei giorni seguenti finché un giorno si presentarono ai frati con i loro figlioletti, quasi volessero affidarli alle loro cure, dopo di ché non si fecero più rivedere. I piccoli acquistarono sempre più confidenza con i religiosi, assumendo il cibo con loro in un clima di vicendevole amicizia. 
Accadde che un giorno il santo incontrò un giovane che stava andando al mercato a vendere due tortorelle che aveva catturato, gliele chiese per evitare che venissero uccise e disse alle tortore di non farsi più catturare, anzi di farsi un nido e moltiplicarsi. Quelle tortore restarono accanto al santo per molto tempo con la loro prole fino a quando lo stesso non le benedì dando loro licenza di partire. L’episodio più toccante è però quello della pecorella regalata alla Porziuncola e che condivise col Santo per un po’ di tempo la vita monastica. Francesco l’ammoniva a lodare Dio e la pecorella metteva in pratica i suoi insegnamenti con grande cura. 
Quando essa sentiva cantare i frati in coro entrava in chiesa e piegava le ginocchia, emettendo teneri belati davanti all’altare della Madonna come se fosse impaziente di salutarla. Durante la celebrazione della messa, al momento dell’elevazione, si curvava con le ginocchia piegate, quasi volesse incitare i devoti alla preghiera.

fonte: https://www.saivivere.it/contenuti-tematiche/natura-ed-ecologia/item/308-s-francesco-d-assisi-e-gli-animali