Non si arresta la terrificante mattanza di migliaia di delfini e altri cetacei nella baia della morte, a Taiji, piccola città del Sud del Giappone. Il massacro ha la durata di sei mesi da settembre a marzo.
I delfini sono spinti nel fondo della baia dal rumore provocato da centinaia di battelli finendo in trappola. Poi comincia la triste e cruenta “tradizione” come la chiamano i Giapponesi mentre le acque dell’insenatura diventano sempre più rosse e queste meravigliose creature vengono sterminate per essere mangiate ed anche catturate per andare ad arricchire il business dei delfinari all’interno dei quali resteranno prigioniere a vita.
Dal 2003, per tenere lontane le telecamere, la baia viene difesa come fosse un luogo militare con tunnel, guardie armate e recinzioni di filo spinato.
Ma la barriera di silenzio e di omertà si è rotta e anche in Giappone aumentano le persone contrarie alla mattanza.
Già qualche anno fa, il film dal titolo “The Cove”- che ha fatto conoscere al mondo quello che stava succedendo a Taiji - ha messo in evidenza anche il rischio per l’uomo. Il documentario denuncia infatti che il mercurio presente nella carne dei delfini catturati nella baia arriva a livelli 20 volte superiori a quelli raccomandati dall’Organizzazione Mondiale per la Sanità.
Gli integralisti della tradizione hanno reagito con rabbia; ma una parte consistente dell’opinione pubblica giapponese richiede sempre con maggiore forza che la tutela e il rispetto della natura e di tutte le sue forme di vita diventino valori condivisi in grado di generare uno sviluppo armonioso dell’intera comunità.
Molti ricordano in Giappone quanto accadde a Minamata, la baia in cui centinaia di pescatori morirono intossicati dai pesci saturi del mercurio scaricato in mare da una fabbrica.
Unisciti a tutte le persone come noi, non legate a queste tradizioni insostenibili che, ormai, possono e devono essere abbandonate per sempre.
Nello spirito della Convenzione di Washington del 1946 sulla salvaguardia dei cetacei e dei mammiferi marini e forti dei principi di sostenibilità ambientale e di rispetto delle risorse marine viventi protette diciamo con forza alle Autorità Giapponesi:
Insieme a Marevivo chiedi di CHIUDERE TAIJI PER FERMARE IL MASSACRO DEI DELFINI
Firma anche tu la petizione:
Questa petizione sarà consegnata a:Cabinet Office Government of Japan
Al Primo Ministro Shinzo- Abe
Alla Wakayama Prefecture Office, Fishery Division
Ambasciata del Giappone in Italia
All’Ambasciatore Keiichi Katakami
Ambasciata d'Italia in Giappone
All’Ambasciatore Giorgio Starace
Cara Fiore, ho appena adesso vota.
RispondiEliminaCiao e buona serata con un forte abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso
Che tristezza :( Ogni giorno brutte notizie per gli animali. Vado a votare. Bacioni ♥
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